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Classic Tucci
Stanley Tucci è cresciuto in una famiglia italiana molto affiatata, in cui le lezioni di vita s’imparavano a tavola. Riunirsi per mangiare insieme rappresentava un’occasione di festa, per conversare e godere insieme delle specialità gastronomiche tradizionali. Questo talentuoso attore, che coltiva la passione per il cibo sin da piccolo, ama in particolare accompagnare i piatti con un buon vino, per un’esperienza culinaria a 360 gradi. In casa Tucci, la cucina era il regno di mamma Joan, che ogni giorno reinventava i classici della tradizione italiana, mentre il padre, grande appassionato di vini, sperimentava ogni giorno nuove combinazioni, e addirittura ne produceva una varietà vintage, nel seminterrato della casa di famiglia di New York.
La passione per il cibo e il vino ha sempre influenzato Stanley, nella vita privata e professionale. Ha condotto la serie televisiva Vine Talk, ideata con l’aiuto dell’amico di sempre Steve Buscemi, e pubblicato due libri di cucina. The Tucci Cookbook, uscito nel 2012, combina influenze dal nord e dal sud dell’Italia (da cui provengono i due rami del suo albero genealogico), proponendo anche gli abbinamenti dei vini, e alcune interessanti variazioni sui classici. Nel 2009, la prima moglie di Tucci, Kate, da cui l’attore ha avuto tre figli, ha tristemente perso la sua battaglia contro il cancro al seno. Nel luglio 2010, al matrimonio di John Krasinski e Emily Blunt (sua amica e co-star ne Il diavolo veste Prada), che si è celebrato nella villa di George Clooney sul lago di Como, Tucci ha conosciuto la sorella della sposa, Felicity. I due si sono uniti in matrimonio nel 2012, e nel 2014 il loro amore condiviso per la cucina ha dato vita al libro di ricette The Tucci Table. Il primo figlio della coppia, Matteo, è nato pochi mesi dopo, a gennaio 2015.
Le sue maniere precise e la sua profonda sensibilità l’hanno reso uno dei preferiti sul grande schermo, e la sua traiettoria professionale è stata davvero invidiabile. Tra i suoi film più famosi ricordiamo The Terminal, Il diavolo veste Prada, Margin Call, Amabili Resti, per il quale è stato nominato all’Oscar come migliore attore non protagonista, nonché il miglior film agli Oscar 2016 Il Caso Spotlight.
La tua famiglia ha sempre avuto un legame particolare con il vino. Puoi dirci qualcosa di più?
Mio padre aveva una pressa per fare il vino nello scantinato, e due gran botti di legno di quercia. Ogni anno faceva il vino. Lo bevevamo in dei bicchierini da succo di frutta, lui lo infiascava in una bottiglia degli anni venti, sempre la stessa, che riempiva ogni sera e portava in tavola.
Hai raccontato spesso delle grandi riunioni di famiglia cui partecipavi da bambino. Da adulto, cosa fai per rievocare quei tempi?
Sono cresciuto in una cultura in cui il mangiare insieme era percepito come un evento familiare imprescindibile e specialmente la cena rappresentava un momento importante nella giornata. Tutta la famiglia si riuniva intorno alla tavola da pranzo, per rilassarsi e condividere quello che era successo durante il giorno, riferendo pensieri e avvenimenti importanti. Ogni volta che apro una bottiglia di vino o mi metto a cucinare, sento che è viva dentro di me l’eredità di quei momenti straordinari trascorsi in famiglia.
Il tuo film del 1996, Big Night – [storia di due fratelli Italiani (Tucci e Tony Shalhoub) che aprono un ristorante, diretto e scritto da Tucci stesso] – è stato spesso citato dai critici come uno dei migliori film sul cibo, e sulla gestione di un ristorante. Ti sei ispirato alla tua famiglia?
Ho sempre pensato che gestire un ristorante fosse a suo modo una sorta di attività poetica. Nessuno nella mia famiglia lavora nella ristorazione, ma nella vita ho sempre pensato che si potesse esprimere il proprio amore per qualcuno o qualcosa tramite il cibo.
Il cibo ha sempre avuto un ruolo centrale nella mia vita. Entrambi i miei genitori erano cuochi sopraffini. Mia nonna e mia madre facevano delle crocchette di patate eccezionali, usando ingredienti semplici come patate, pangrattato, prezzemolo, aglio e cipolla. Erano deliziose, delicatissime. Un altro pezzo forte di mia madre era la paella: ad oggi, la paella migliore che io abbia mai assaggiato. Incredibile.
Non vuoi che si dica che sei un esperto di vini ma nel 2011 hai condotto Vine Talk per la PBS [nel programma, Tucci conversava con un gruppo eterogeneo di amici di Hollywood, amanti del vino, riuniti a tavola a parlare di vino, cibo e ars vivendi]. Di certo quest’esperienza ti ha reso qualcosa di più di un semplice enologo amatoriale?
La mia serie televisiva non si occupava certo di come si fa a diventare un esperto di vino; volevo piuttosto condividere il mio amore per la materia con gli spettatori. Tutti possono riunirsi a tavola, e godere dei piaceri del buon vino e della buona conversazione… non ci vuole poi tanto per imparare qualche regola di base di educazione al vino, come ad esempio i differenti stili di produzione e le caratteristiche principali della maturazione del vino.
La tua famiglia ha origini calabresi. Quali sono i tuoi vini italiani preferiti?
Amo molto i Super Tuscans e i vini sardi. Non occorre spendere un capitale in vini ricercati: di solito, un buon Chianti fa il suo degno lavoro. Mi piacciono molto anche gli Chardonnay della California e i Burgundy francesi.
Hai sempre detto che il merito delle tue capacità culinarie va a tua nonna Concetta Tropiano, e che nei tuoi libri volevi preservare la sua eredità. Quali sono i tuoi piatti preferiti?
Mi piace molto sperimentare con l’abbinamento dei vini, per trovare la combinazione perfetta con i piatti rustici che amo molto, come ad esempio il branzino arrosto con timo, aglio e rosmarino, o il coniglio ripieno di finocchio, prosciutto e salame. O ancora, le uova alla ‘fra’ diavolo’ (cotte nel sugo di pomodoro) che mio padre cucinava per cena ogni Venerdì: uno di quei piatti di festa, seppur semplicissimi, che possono essere cucinati per colazione, pranzo o cena.
I miei ingredienti preferiti sono quelli base: uova, riso e vino. Le uova sono proteine, il riso amido e il vino si abbina perfettamente a entrambi.
Ti capita spesso di avere tempo di cucinare a casa?
Cucino sempre quando sono a casa. Non riesco a cucinare quando sono via, ma quando sono a casa cucino ogni sera. Quando vado a casa dei miei genitori cucino con mia madre, che per me è una cosa meravigliosa. Il cibo da alla vita una forte sensualità, mi piace che sia un elemento creativo ma anche commestibile al tempo stesso.
Dato che il cibo e il vino giocano un ruolo molto importante nella tua vita, quale sarebbe il tuo ultimo pasto sulla terra?
Credo che mangerei dei tagliolini al tartufo bianco e un risotto con i gamberi, un piatto che ho mangiato durante le mia luna di miele. L’ho mangiato a Venezia molto tempo fa ma rimane uno dei piatti migliori che io abbia mai mangiato. Per secondo vorrei un branzino intero. Oppure anche una fiorentina con la pasta e fagioli cucinata secondo la ricetta di mia madre. Mia nonna cucinava una minestra con patate e zucchine deliziosa, molto fresca e sostanziosa. Queste sono tutte ricette molto semplici ma sono la base della cucina italiana.
Hai mai usato il cibo per conquistare il cuore di tua moglie Felicity?
Per lei ho arrostito un intero maialino allo spiedo di più di dieci chili… non so in quanti lo farebbero per amore! A me piace cucinare piatti complicati. Bevi qualche bicchiere di vino… ti concentri sul processo… è divertente, vorresti che non finisse mai.
Non mi aspettavo di innamorarmi così presto dopo la morte della mia prima moglie, e di qualcuno tanto più giovane di me (Felicity ha 20 anni meno di Tucci)… ma dopo pochi istanti passati a parlare con lei non ho resistito a invitarla a pranzo il giorno dopo.
Perché il cibo e il vino contano così tanto per te?
Il cibo mi rassicura, mi piace il fatto che nasca per essere condiviso con gli altri. I cibi e i vini che mi ricordo e che mi sono cari li associo alle persone con cui li ho provati per la prima volta. Prima che morisse mia moglie, siamo andati a sciare e poi a pranzo. Le portate non erano granché, ma il vino che ci hanno servito era il vino migliore che avessi mai bevuto in vita mia: perché ero lì, proprio in quel posto, in quel momento e con quella persona.
Testo – Richard Aldhous
Foto – Cedric Angeles